Vita quotidiana di una numeraria dell’Opus Dei/L’anno

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IX. L’ANNO

Sarebbe lunghissimo elencare e descrivere i molti appuntamenti annuali di una numeraria: consacrazioni, consuetudini legate a qualche festa, e molti altri eventi del genere. Mi limito a segnalare gli eventi attorno ai quali gravitano interessi che richiedono un’apposita preparazione e lasciano conseguenze che incidono nella quotidianità di una numeraria.

Corso annuale

Una volta all’anno, spesso ma non necessariamente in estate, le numerarie partecipano a un mezzo di formazione che riunisce le caratteristiche della vacanza, della formazione ascetica e della formazione dottrinale: il corso annuale[1].

I corsi annuali vengono organizzati dall’assessorato per tutta la regione di competenza. Tutte le volte che è possibile si svolgono presso qualche casa di ritiro specialmente attrezzata perché questi periodi siano un’autentica pausa di riposo e di ricarica per le partecipanti. Sono centri provvisti di un’amministrazione ordinaria, che provvede a tutti gli aspetti di conduzione domestica. Se possibile le stanze sono singole, spesso ognuna con servizi privati. Vi sono sale e aule adeguate perché vi si possano svolgere lezioni dottrinali, mezzi di formazione, tertulias. La casa è circondata da un giardino, o addirittura da un parco, e spesso provvista di piscina. La maggior parte di queste case di ritiro sono provviste di una dipendenza piú spartana, con stanze da letto multiple e con servizi piú giovanili. In queste dipendenze, spesso contemporaneamente a un corso annuale di numerarie grandi, si svolgono i corsi annuali delle vocazioni recenti, che cosí possono usufruire del vantaggio di avere vicino e disponibili molte persone di solito felici di poter dar loro conversazioni ascetiche, di partecipare a tertulie edificanti, di dare una mano, insomma, in tutti i modi possibili. Altre volte, in queste dipendenze piú austere, si organizzano in contemporanea corsi annuali di numerarie ausiliari, o di aggregate o convivenze di soprannumerarie giovani, piú brevi dei corsi annuali.

Gli obiettivi di ogni corso annuale sono ascetici, dottrinali, di vita di famiglia e di riposo per ognuna delle partecipanti. I consigli locali sono nominati dall’assessorato e sono di solito formati da persone ben formate e con buone capacità di direzione. Partecipando a un corso annuale, tutte hanno l’occasione di uscire da una routine giornaliera spesso pesante, di evadere, anche, da qualche convivenza a volte penosa e irritante, di cambiare la persona con la quale si fa il colloquio e il sacerdote con cui ci si confessa, di disporre di qualche ora al giorno di tempo libero e di approfondire la propria formazione dottrinale. In un corso annuale si riuniscono persone che vengono da centri e da delegazioni diverse, spesso qualcuna viene anche da qualche regione limitrofa, e questo scambio rianima e risveglia generosità e desiderio di donazione. Per contro, la convivenza con gente tanto numerosa e tanto diversa da quella abituale, spesso può provocare in qualcuna una certa fatica o un certo disorientamento. Il numero di partecipanti è condizionato dalla capienza della casa di ritiri e dalla possibilità di turnarsi delle persone che abitano nei vari centri; può andare da un minimo di una dozzina di persone a un massimo di trenta, trentacinque, ma queste cifre non sono codificate.

Ogni giorno, durante il corso annuale, la meditazione del mattino è predicata dal sacerdote[2]. Dopo la colazione, spesso, ci sono una o piú lezioni di argomento dottrinale, per lo piú materie di teologia relativi agli studi interni che ogni associata svolge allo stesso modo dei numerari che si preparano al sacerdozio, ma senza riconoscimenti esterni, pur dovendo sostenere e superare un esame per ogni materia. Prima di pranzo c’è un po’ di tempo dedicato al riposo e allo sport: si fa qualche passeggiata se il corso annuale si svolge in montagna, o si scende in piscina, ci si dedica al proprio incarico personale, si fa o si riceve il colloquio settimanale.

La tertulia è particolarmente curata durante il corso annuale: è cura del consiglio locale programmarle accuratamente in modo tale che emergano racconti apostolici e proselitistici, ricordi dei primi tempi dell’Opera o racconti in qualche modo edificanti. Se è il compleanno di qualcuna, questo anniversario viene celebrato con particolare cura, dato che c’è piú tempo e piú gente disponibile per preparare una tertulia divertente o uno spettacolo.

Nel pomeriggio si vive naturalmente il tempo di lavoro: le prime ore sono dedicate ad altri mezzi di formazione: conversazioni ascetiche, il cui svolgimento è affidato a turno ad alcune delle partecipanti al corso annuale, lezioni sullo spirito o sul catechismo interno dell’Opera, il circolo breve settimanale che si fa divise in sottogruppi meno numerosi, eccetera. La merenda interrompe questo ritmo di formazione, che a volte poi riprende, a volte cessa del tutto per un ulteriore periodo di tempo libero e di riposo fino all’ora di cena.

Quando si parla di “tempo libero” non bisogna farsi troppo impressionare: la quantità di questo tempo libero, nelle normali giornate di corso annuale, può variare dalle due alle tre ore in tutto fra mattina e pomeriggio. Occorre però tener presente che questo tempo libero è quello che ognuna ha disponibile per svolgere i propri incarichi, per compiere alcune norme (la lettura spirituale, qualche volta il rosario) che non è previsto fare in comune, per fare e ricevere il colloquio fraterno, per scrivere lettere apostoliche alle amiche che si trattano apostolicamente in maniera piú assidua… A ogni modo, rispetto agli abituali ritmi di vita, questa maggiore disponibilità di tempo è risentita e vissuta con gratitudine.

Durante il corso annuale si cerca di curare di piú anche le ore di sonno e, normalmente, vivendo in una casa di ritiri aperta a tutti, le numerarie durante quel periodo dormono su un normale materasso.

Inoltre in questo periodo di formazione piú intensa, proprio perché si cerca di vivere con particolare fedeltà tutti gli aspetti dello spirito dell’Opera, oltre a una giornata dedicata al ritiro mensile, c’è sempre un’altra giornata dedicata alla gita mensile. Si può scegliere una meta comune, magari affittando un pulmann per raggiungerla, o piú volentieri, perché si passa piú inosservate, si organizzano nella stessa giornata gite diverse con mete differenti, e ognuna si iscrive a quella che le viene piú congeniale.

Corso di ritiro

Una volta all’anno tutte le numerarie lasciano le loro normali attività per dedicare cinque giornate intere al corso annuale di ritiro[3]. Normalmente anche per questa attività vengono utilizzate le case di ritiro, a cui affluiscono per l’occasione numerarie di centri e di delegazioni diverse. Abitualmente si arriva la sera, si cena normalmente, approfittando dell’occasione per rivedere e salutare persone conosciute e con le quali si è magari convissuto a lungo in altri tempi, spesso si fa la tertulia, poi ci si riunisce in oratorio per la meditazione predicata dal sacerdote che da inizio al corso di ritiro, che continuerà poi in un silenzio profondo nei cinque giorni seguenti.

Ogni giornata prevede quattro meditazioni, su argomenti abituali, predicate dal sacerdote, una conversazione ascetica svolta a turno da qualcuna delle partecipanti, alcune norme del piano di vita svolte assieme, come il rosario. Prima di pranzo, oltre al proprio esame particolare, le partecipanti si riuniscono in oratorio per un esame che viene svolto sugli argomenti che quel giorno caratterizzano meditazioni e conversazione mediante domande codificate, che chi ha il turno di preghiera legge ad alta voce, come abbiamo già visto succedere nel ritiro mensile. È di buono spirito recitare, in queste giornate, tutte intere le tre parti del rosario, e fare la via crucis, anche se quest’ultima devozione si preferisce non farla comunitariamente, ma divise in piccoli gruppi. Nonostante tale quantità di impegni, resta molto tempo libero che si trascorre in parte in oratorio, meditando e riflettendo sugli argomenti trattati nei mezzi di formazione e sugli aspetti della propria vita interiore che ognuna desidera approfondire, spesso su invito della direttrice che riceve abitualmente il suo colloquio; in parte si riflette e si prega a contatto con la natura, approfittando del fatto che le case di ritiro sono dotate, come già detto, di giardini o di parchi.

Durante i pasti, per mantenere silenzio e raccoglimento, si legge abitualmente ad alta voce. Fino alla morte del fondatore, i testi scelti per questo tipo di letture ad alta voce erano per lo piú biografie edificanti, come quella di santa Bernadette, dei pastorelli di Fatima o del curato d’Ars; in seguito, con il prolificare di testi che raccoglievano la vita e le virtú di monsignor Escrivá, invalse l’abitudine di utilizzare questi testi.

Sempre per fedeltà al buono spirito, ogni partecipante al corso annuale di ritiro passa in confessionale a parlare personalmente con il sacerdote incaricato del corso, per concretare i propositi fatti e ricevere orientamenti in proposito.

Romeria

Ogni anno, durante il mese di maggio, ogni numeraria è tenuta a fare almeno una romeria[4], cioè una visita a una chiesa o meglio a un santuario della Madonna, nella quale si recitano le tre parti del rosario: nella chiesa la parte del giorno completata dalla Salve Regina e dalle litanie lauretane, e nel percorso di andata e in quello di ritorno - che almeno in parte si fanno a piedi - le altre due parti.

Sebbene in molti casi queste romerie vengano fatte fra membri dell’Opera, tale consuetudine è squisitamente apostolica, e ognuna si ingegna per organizzarne molte durante tutto il mese di maggio, e nella maggior parte accompagnata da ragazze di san Raffaele o da signore del lavoro di san Gabriele, meglio se prossime a chiedere l’ammissione all’Opera. Il tragitto verso il santuario, spesso piú lungo di quello necessario per recitare le parti del rosario previste, permette cosí di affrontare discorsi apostolici e proselitistici.

Lista di san Giuseppe

La vigilia della festa di san Giuseppe si vive nei centri dell’Opera la consuetudine della cosiddetta lista di san Giuseppe. Ogni membro dell’Opus Dei mette sotto la protezione del capo della famiglia di Nazareth tre persone che vuole portare alla vocazione all’Opera entro l’anno. In una riunione di famiglia, si trascrivono su un foglio di carta, che verrà poi chiuso in una busta, i nomi che ogni numeraria indica, dopo essersi precedentemente consultata con la propria direttrice rispetto all’opportunità della sua scelta. L’anno seguente, prima di scrivere i nuovi nomi, si apre la busta dell’anno precedente e si leggono i vecchi nomi verificando chi ha raggiunto la meta che ci si era prefissi. Qualche volta capita che qualche vocazione recente, assistendo all’apertura di tale busta, senta fare il proprio nome, qualche altra, chi aveva partecipato alla lista non appartiene piú all’istituzione, oppure qualche nome che si era scritto corrisponde a una persona che ha pitato, ma presto ha desistito. In questi casi, si preferisce non insistere sull’evento considerato increscioso, e si procede senza dare maggior importanza ai fatti.


  1. “Los cursos anuales son una ocasión de descanso y, sobre todo, un medio de formación necesario. Por tanto, no se deja de acudir por estar enfermo, salvo que la enfermedad sea grave. Y, si no parece posible que alguno asista al Curso anual, se cursa la oportuna petición de dispensa a la Comisión Regional. Si surgen dificultades con motivo del trabajo profesional, sería preferible, en caso necesario, renunciar al sueldo por esa temporada. Cuando se presenta la posibilidad - también como descanso - de acudir a congresos, reuniones internacionales, etc., se evita que impidan asistir al proprio Curso anual” (Glosas sobre la obra de San Miguel, Roma, 29-IX-87, I. Medios de formación).
  2. “Durante los Cursos anuales, el sacerdote dirige la meditación todos los días” (Glosas sobre la obra de San Miguel, Roma, 29-IX-87, I. Medios de formación).
  3. “Ordinariamente, los cursos de retiro para los numerarios y para los agregados duran cinco días completos. Como ya es constumbre, se da una meditación preparatoria la noche anterior al primer día de retiro, y se tiene la meditación final, antes de la Misa, en la mañana que sigue el último día. Se guarda silencio hasta después de celebrada esa Misa” (Glosas sobre la obra de San Miguel, Roma, 29-IX-87, I. Medios de formación).
  4. “La romería conserva plenamente los rasgos que han caracterizado esta devoción a lo largo de los siglos: es una visita a la Virgen, impregnada de espiritu de oraciún y de penitencia. Por este motivo, se ofrecen gustosamente a Santa María pequeñas mortificaciones por las necesidades de la Iglesia, por las intenciones del Padre, por la vocación de los amigos: hacer a pie el recorrido de la romería, o al menos la última parte del trayecto; aceptar con alegría las pequeñas incomodidades del camino o las inclemencias del tiempo; privarse del pequeño refrigerio o merienda, que sería normal en un paseo o excursión, etc.
    “Se rezan las tres partes del Rosario: una, en el camino de ida; otra - que suelen ser los misterios correspondientes al día de la semana, con las letanías -, en el santuario o ante la imagen de Nuestra Señora; y la tercera, en el camino de regreso. La romería se hace siempre en mayo, incluso en aquellos países donde el mes dedicado a la Virgen sea otro” (De spiritu et de piis servandis consuetudinibus, Roma 1990, 92, nota 46).


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